Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2013 “Vanessa” di Andrea Valtriani

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Vanessa era una ballerina.

Da sempre il suo sogno più grande era quello di ballare, di potersi librare nell’aria come solo una farfalla riesce a fare. Perché soltanto quando ballava si sentiva libera. Piroettava a piedi nudi, nell’erba, sentendo sotto di sé la rugiada fresca, nel campo pieno di fiori, vicino a dove viveva, nel quale le viole giocavano col cielo a colorarsi d’azzurro, e capiva di essere felice.

Spesso la gente che passava di lì si fermava a guardarla ballare. Era uno spettacolo. La sua leggiadria commuoveva e le bambine che la guardavano cercavano di imitarla, provando a danzare con lei. Così, anche loro si toglievano le scarpe e andavano tra i fiori, cercando di seguirla in quei prati dove lei danzava, così leggera da non lasciare impronte tra quegli steli delicati.

Aveva sempre inseguito il sogno di diventare una ballerina dalla più tenera età, imparando così bene che adesso poteva godersi ogni singolo momento di quelle giornate piene di sole e di spensieratezza. Senza doversi mai riposare, senza fermarsi. Lei, che era tanto bella da lasciare senza fiato chiunque la guardasse; con il suo corpo perfetto, i suoi lineamenti vagamente orientali e la carnagione scura.

Tutti quelli che l’avevano incontrata, mentre ballava tra quei fiori che amava, avevano avuto anche solo per un attimo il pensiero di poterla avere solo per loro stessi. Possederla era l’idea che balenava a tutti, ma per Lorenzo era da sempre stata una vera e propria ossessione. Uno di quei sentimenti che ti senti scritto dentro, di quelli che non ti fanno dormire.

Dalla prima volta che l’aveva incontrata, Lorenzo l’aveva riconosciuta, associandola da subito a quella fantasia. Pensava che non l’avrebbe mai abbandonata. La vide ancora diverse volte tra quelle viole, ma la sua inesperienza, mischiata alla paura di non essere alla sua altezza, lo avevano fatto sempre desistere.

Eppure quella mattina Lorenzo si sentiva diverso. Poteva percepire l’estate sotto la pelle, come se gli stesse scorrendo nelle vene, calda a rassicurante.

Il ragazzo allora prese la propria roba, si sistemò tutto e decise che quello sarebbe stato il giorno in cui l’avrebbe finalmente conquistata. Sarebbe stata soltanto sua.

Prese l’auto dal garage della propria abitazione e, chiudendo dietro di sé la saracinesca, si diresse verso quei prati dove l’aveva incontrata la prima volta. Dove l’aveva vista e si era innamorato di lei.

La cercò per tutta la mattina in mezzo a quei fiori lilla che a lei piacevano tanto. Le ora passavano e, mentre il sole saliva, le speranze di incontrarla si stavano affievolendo. Fu proprio in quel momento di sconforto che la vide in lontananza.

Lorenzo esitò ancora qualche momento, poi, colto dall’euforia di incontrarla di nuovo, corse verso di lei.

Lei lo vide arrivare e lo guardò, fermandosi un istante. Poi sorrise verso di lui e ricominciò a muoversi, volteggiando nell’aria. Vanessa lasciò che lui le si avvicinasse e che la seguisse col suo passo timoroso e incerto che la divertiva.

Non passò molto tempo prima che Lorenzo si accorgesse che la sua presenza non dispiaceva affatto a Vanessa. Così decise che avrebbe dovuto godersi il momento, mentre continuava a seguirla.

A entrambi sembrò che il tempo si fosse fermato.

Di quando in quando, lei gli volteggiava intorno, come per coinvolgerlo nella sua danza e spronarlo a seguirne il ritmo armonico. Ma Lorenzo era troppo teso, così ogni volta che provava a farsi trascinare da quel gioco finiva per perderla di vista. Quindi decise di seguirla senza tentare di imitarla, assaporandola libera e spensierata. Per lui quella danza aveva qualcosa di ipnotico, a cui avrebbe potuto rinunciare soltanto sapendo che lei sarebbe stata sua per sempre.

Vanessa capì che lui era diverso dagli altri che la guardavano colpiti dai suoi movimenti. Nessuno l’aveva mai seguita con tanta tenacia e tanto entusiasmo come aveva fatto Lorenzo.

Così quel gioco fatto di sguardi e inseguimenti divertenti si accese sempre più.

A volte era Lorenzo che correva dietro a lei sul prato in fiore, altre era invece Vanessa che gli danzava intorno mentre lui la studiava folle di passione.

Passò un po’ di tempo così, con i due che giocavano a rincorrersi e a guardarsi negli occhi. Poi Lorenzo si accorse di riconoscere il posto in cui erano arrivati dopo tanto gironzolare.

Senza farci caso, le loro piroette li avevano riportati al punto in cui i prati e le viole lasciavano il posto al grigio della civiltà. Il posto in cui lui aveva parcheggiato la propria vettura quella mattina.

Allora gli balenò un’idea: se quella splendida ballerina lo aveva accettato con sé per tutto quel tempo, magari, lo avrebbe continuato a seguire ancora. Quindi si diresse verso la propria auto e aprì lo sportello.

Vanessa dapprima ne rimase stupita, poi si volle fidare e, volteggiando, si infilò fin dentro l’auto, sul sedile del passeggero, dove si fermò a riprendere fiato. Anche lei, pur non dandolo a vedere, si sentiva molto eccitata da quella strana situazione, oltre che per le attenzioni costanti del ragazzo.

Lorenzo chiuse la portiera e aggirò velocemente la vettura.

Lei non lo perse di vista neanche un attimo. Lo guardò mentre saliva in auto di fianco a lei, per poi accendere il motore e partire.

Il viaggio fu abbastanza breve. Il giovane ripose l’auto dentro il proprio garage e richiuse la saracinesca dietro di sé, per poi far uscire Vanessa dalla macchina.

Lei sembrò felice e disorientata allo stesso tempo. Insieme salirono le scale che portavano nell’abitazione e girovagarono per le stanze, finché non arrivarono nel salotto, dove lei riprese a danzare intorno a una felce che stava quasi nascosta al lato del divano in pelle nera.

Vanessa annusò l’aria e fu felice di scoprire tanti nuovi odori. Era così presa da tutte quelle novità, che quasi non si accorse di essere rimasta da sola nella stanza.

Lorenzo rientrò dopo pochi minuti stringendo tra pollice e indice qualcosa di luccicante. Incuriosita, lei gli andò incontro e, fidandosi, si gettò tra le sue braccia aperte.

Lorenzo la cinse delicatamente ma con fermezza. Si guardarono negli occhi per un solo istante. Lei si accorse subito che c’era qualcosa di strano negli occhi del ragazzo. L’espressione del viso di lui era cambiata, adesso sembrava ansioso, quasi impaurito.

L’istinto le disse di fuggire, ma, nonostante si dimenasse con tutta la forza che aveva, la stretta dell’altro era troppo forte.

Poi lui, con un gesto rapido e preciso, la colpì alla schiena con l’oggetto luccicante che teneva tra le dita. La fitta di dolore la paralizzò e non riuscì a fare altro che agitarsi convulsamente, mentre la vita finiva.

Lui la adagiò sul grosso tavolo della cucina. Poi accese la luce e la osservò di nuovo, accarezzandola delicatamente, non voleva certo sciuparla.

Aprì un piccolo cassetto di legno nascosto sul fianco del tavolino, ne estrasse un cartoncino e lo mise sotto l’esile corpo di Vanessa. Poi tirò fuori dal cassetto un piccolo pennarello con il quale scrisse qualcosa sul cartoncino.

I loro occhi si incontrarono ancora e un battito scosse Vanessa per l’ultima volta.

Il giorno seguente la madre di Lorenzo entrò nella stanza del figlio. Guardò verso il muro e notò che appeso c’era qualcosa di nuovo : «Che bella farfalla, quando l’hai presa?», gli domandò.

«Era da tanto tempo che ne desideravo una e ieri l’ho trovata che svolazzava nei giardinetti qua vicino. Mi ha seguito fino in macchina e io ne ho approfittato per catturarla. E’ bella non è vero?».

La madre osservava la farfalla nella piccola teca di vetro e chiese: «Come si chiama questa specie?».

«Non lo vedi? C’è scritto sul cartellino che le ho messo proprio sotto»

La madre si avvicinò alla teca ancora un po’, strizzò gli occhi e cercò di leggere quella scritta microscopica.

Lorenzo allora decise di aiutarla: «Ha un nome bellissimo – disse a sua madre –, si chiama Vanessa. Vanessa Atalanta».

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2 commenti »

  1. Racconto molto carino e originale.

  2. Bello!!! mi ha stupito!! bravo!

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