Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2013 “Chicco e l’allodola” (sezione racconti per bambini) di Cristina Lorenzetti

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013

Sopra un grande altopiano sulla cima di una collina, che scendeva poi a precipizio verso il mare vi era un grande campo di grano ed una pannocchia che svettava così in alto, rispetto alle altre, da poter vedere all’orizzonte la fine della coltura dove un albero gigantesco lanciava i suoi rami verso il sole e tutti gli uccelli vi si posavano cinguettando allegramente.

– Hullalla! Che vista da quassù! – esclamò in un gridolino una vocina che proveniva dalla pannocchia di grano. Era quella di Chicco, un granello della pannocchia molto vivace. – È vero! È proprio bella e poi guarda quell’albero laggiù è enorme! Qui siamo in alto, ma ti immagini essere in cima a quella vetta?- gli rispose di rimando Chiccolina, la sua sorellina. Chicco si voltò di nuovo verso l’albero e sospirò: – Mi piacerebbe tanto salire in cima a quel ramo più alto, vorrei vedere le montagne innevate e forse riuscirei a vedere anche il mare! Si, forse un giorno ci salirò – Delle montagne e del mare aveva appreso da alcune farfalle dagli splendidi colori, che ogni tanto si posavano sulla pannocchia per riposarsi. La sorellina, sorrideva a quelle parole e gli disse scherzando che avrebbero dovuto crescergli gambe e braccia, e spuntargli le ali, mentre lui avrebbe solo potuto ruzzolare, una volta maturo quando si sarebbe staccato  da mamma pannocchia. La signora pannocchia si risentì e richiamo i granelli all’ordine. Si stava facendo sera e dovevano riposare, il sole era stato particolarmente caldo quel giorno e dovevano recuperare le forze con l’umido del libeccio che iniziava a soffiare leggero dal mare, ma loro riuscivano a sentire solo il profumo di salsedine.

Chicco, si addormentò con quel pensiero, sognando di scendere dalla pannocchia che lo custodiva e di arrivare ai piedi di quell’albero enorme i cui rami diventavano sempre più grandi e si allungavano fino a toccare le nuvole. Nel sogno un’allodola dal dolce canto si posò vicino a lui, era piccola con un becco forte e robusto, un piumaggio di colore bruno ed una cresta scura che spiccava ispida sulla testa. Era arrivata da poco in quel luogo con le sue compagne.  Cominciò a muovere rapidamente la sua testolina,  osservando il chicco di grano che ballettava su due gambette strimizzite e gli faceva cenni con le mani. Il becco si aprì, ed invece di acchiapparlo esclamò: – Che si è mai visto un chicco di grano con braccia e gambe che saluta? – – Il granello, che aveva attirato l’attenzione si fece sentire: – Hullalla! Ciao, io sono Chicco. Avrei bisogno di un grande favore! – si presentò così all’allodola. Incuriosita questa spalancò gli occhietti e si mostrò interessata. Chicco, vedendo che era ascoltato, continuò: – Si io posso camminare, ma non so volare e ho promesso alla mia sorellina Chiccolina che sarei salito sul ramo più alto di questo albero e le avrei poi raccontato la mia avventura! Potresti aiutarmi a salire lassù?

L’allodola con il becco sempre spalancato, lo chiuse improvvisamente e alzò la nuca per vedere la fine dell’albero, pensierosa tornò a posare il suo sguardo su Chicco, che la guardava speranzoso. La risposta non arrivava e il granello iniziò a temere che con  un balzo se lo sarebbe mangiato. Invece l’allodola iniziò un canto soave, le note si levavano dal suo corpo ed era possibile immaginare che si posassero sulle grandi foglie che stavano sopra di loro. Dalle stesse foglie comparvero invece in un vociare caotico, le migliaia di compagne dell’allodola che li circondarono e in breve tempo formarono una melodia unica, che andò via, via svanendo fino improvvisamente a trasformarsi in un silenzio agghiacciante. Ma non c’era da temere, con il richiamo l’allodola aveva spiegato il problema di Chicco alle sue compagne e mentre arrivavano ognuna diceva la propria soluzione, fino al silenzio che decretava quella che avrebbero scelto per aiutarlo. L’allodola si girò verso il granello e poiché se l’avesse preso nel becco avrebbe potuto inghiottirlo per sbaglio, gli propose di costruire un giaciglio con le foglie delle pannocchie e con quello avrebbero potuto portarlo in alto, fino vicino alle nuvole, ma non avrebbero potuto salire oltre. Chicco si mise subito al lavoro e prese due foglie cadute dalle pannocchie e con qualche stecco costruì un giaciglio con degli appigli per essere trasportato. Vi si coricò dentro e l’allodola e alcune compagne afferrarono gli appigli e iniziarono a salire intorno all’albero cantando. Mentre saliva Chicco poteva vedere il campo da cui proveniva ed in mezzo a quello scorse mamma Pannocchia, la più alta e Chiccolina che lo salutava. Arrivò alle prime foglie e intravide vari nidi, in uno di questi scorse una gazza ladra che si specchiava in un piccolo pezzo di vetro lucente, mentre si provava una corona fatta da un anellino con uno smeraldo incastonato. In un altro nido due colombe che si lisciavano le ali l’una con l’altra in una danza senza posa. Sopra un altro ramo un passerotto teneva al caldo le sue uova, mentre la compagna rinforzava il nido con la paglia. Uno scoiattolo spuntò da una apertura del tronco mentre con i dentini aguzzi rosicchiava una nocciola. Lo guardò incuriosito e svelto, svelto rientrò nella fessura e rimase fuori  solo la coda rossa per un istante, per poi sparire anch’essa. Mentre saliva una miriade di animaletti con le ali cominciarono a ronzare intorno a quella strana carovana, i moscerini in un vortice a spirale che ogni volta si spostava con loro e un ape col suo carico di nettare che girando formando un otto richiamava i suoi compagni. Poi farfalle, poiane, gufi e tanti altri animali a cui non sapeva dare un nome. Sentiva il vento che lo sfiorava e tanti profumi. Stava avvicinandosi alle nuvole, ma tutto intorno improvvisamente si alzò la nebbia e l’allodola che a malapena si intravedeva scomparve e Chicco si accorse di cadere nel vuoto, mentre il canto dell’allodola svaniva insieme a lei.

– Hullalla! Aiutoooooooooooo! Gridò Chicco svegliandosi. – Che succede! Chiese con apprensione Chiccolina – Allora era solo un sogno! L’allodola, le foglie, le nuvole..! Così Chicco raccontò alla sorellina quello che aveva sognato, dispiaciuto di non aver potuto vedere di più. Chiccolina sorrideva allegramente e iniziò a prenderlo in giro, dicendo che aveva tanta fantasia, ma che nella realtà l’allodola se lo sarebbe mangiato in un boccone. Chicco rimase male a quelle parole e si chiuse pensieroso in se stesso e non parlò più per tutto il giorno. Quella notte non sognò, nemmeno quella successiva, poi al terzo giorno fu svegliato da quella melodia che aveva sognato qualche sera prima, proprio un’allodola si era posata lì vicino ispezionando il terreno, alla ricerca di un boccone. Chicco, ricordando le parole di Chiccolina iniziò a tremare, temendo che sarebbe stato raggiunto dal becco dell’allodola. Mamma Pannocchia vedendo il piccolo impaurito restrinse le sue foglie tutte intorno proteggendo l’intera spiga e il piccolo si sentì al sicuro; la mamma lo rassicurò: – Non temere Chicco, diventerai grande e vigoroso e quando sarà il momento dal tuo cuore sgorgherà un germoglio che crescerà e diventerà molto alto, da lì, come me potrai vedere il mare e le montagne e dare vita a tanti granelli, che sarà tuo compito crescere  e proteggere, proprio come sto facendo io con voi. – Chicco si strinse alla sua mamma e smise di tremare. Quella notte tornò a sognare nuove avventure.

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3 commenti »

  1. Una tenera favola che parla di sogni, avventure e timori del mondo infantile, e dell’amore materno che tutto consola.

  2. Carina, davvero carina questa favola…da raccontare ai nipotini intorno al focolare. Mi è piaciuta tanto. Complimenti!!

  3. Complimenti Cri, è stupenda!!!!! Lorenzo l’ha letta tutta e gli è piaciuta tantissimo!!!!!! BRAVAAAAA

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