Premio Racconti nella Rete 2013 “La vendetta” di Alessandra Ponticelli
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2013E’ buio pesto nel parcheggio. Marta accende la luce dell’abitacolo. Sfila una Camel dal pacchetto e se la porta alla bocca. Dopo due anni è la prima volta che le ricapita. La tiene stretta tra le labbra. Fin dai tempi del liceo il sapore del filtro le ha sempre ricordato quello del panettone fresco. Anche ora. Se Giulia fosse lì, di sicuro riderebbe. Giulia ride di tutto. Rise perfino quando, in quinta liceo, rischiarono entrambe di non essere ammesse all’esame. E’ fatta così Giulia. Per questo è convinta che la vita le sia andata incontro. Un marito ricco trovato sulle piste di sci, abiti firmati, villa al mare e tre figli. Bellissimi, naturalmente, come il suo Gianni.
Marta prende l’accendino dal portaoggetti, accende la sigaretta e resta fissa con gli occhi sulle volute di fumo che svaniscono lentamente. Giulia. Non è lì per pensare a lei.
Guarda il vapore denso e umido della nebbia che ricopre il parabrezza e i finestrini. Si sente al sicuro. Nessuno può vederla. Nemmeno la prostituta, arrivata da una decina di minuti e sistemata all’angolo con la statale. Scruta l’orologio sul cruscotto. E’ in anticipo. Come sempre. Ha passato la sua vita ad arrivare in anticipo. A scuola, alle feste, ai colloqui di lavoro, agli allenamenti, al cinema, dal dentista e pure ai funerali. Ha sempre aspettato in silenzio che gli altri arrivassero. Come ora del resto.
Fuori non c’è anima viva. Sente lo stridìo di un camion che sfreccia lungo la strada mentre il suo sguardo insegue la scìa luminosa lasciata dai fanalini di posizione.
Ma adesso tutto cambierà.
Ha la nausea. In lontananza le insegne fosforescenti di un pub rischiarano la notte. Dieci anni. Dieci lunghissimi anni passati a cercare di dimenticare, inutilmente. Risente il profumo aspro di lui, la pelle liscia e sbarbata, l’alito che sa di alcool, le mani curate che l’afferrano e la sbattono con forza sulla sabbia. Non c’erano le stelle la sera nella quale quel bruto la violentò; e nemmeno ora. C’è solo la luna. Una luna esangue e distante. Indifferente come allora. Guarda di nuovo l’orologio; meno di dieci minuti e lo rivedrà. Ma non arriverà puntuale, ne è sicura. Quelli come lui non sono mai puntuali.
Accende la radio. Il meteo dice che domani nevicherà. Controlla che la pistola sia ancora al suo posto, lì sotto il sedile del passeggero dove l’ha nascosta. Pensa a com’è stato facile convincerlo ad andare:
” Sai, in questo periodo mi trovo nei casini … ho bisogno di soldi … ti conviene pagare se non vuoi che racconti cosa successe quella notte”.
Due fari potenti illuminano l’asfalto. Un’Alfa rallenta, in un rombo pigro. Marta si volta furtivamente: ha un sussulto.
E’ lui? No. Vede la macchina ripartire, schizzare, dissolversi, come una meteora, nel buio dell’incrocio. Nulla la fa impazzire come il silenzio; il silenzio che brucia più di un sole battente.
Ascolta, sonnolenta, la voce che esce monotona dalla radio.
C’è stata una rapina in una nota gioielleria del centro. Si scuote; alza il volume:
Il titolare, un quarantenne di nome Gianni Fabrizi è morto, ucciso da un colpo d’arma da fuoco mentre tentava di resistere al suo assassino.
Marta non sa se è felice. Sa soltanto che qualcuno, senza volerlo, l’ha finalmente vendicata. Adesso che la pistola non le serve più può anche gettarla e andarsene a dormire. Le condoglianze a Giulia le farà domani. Per ora è meglio lasciarla da sola con le sue lacrime.
Carissima Alessandra…un bel respiro di sollievo deve aver tirato Marta. Il destino le ha dato decisamente una mano. Il racconto mi piace…corto, svelto e senza retorica. Mi sono sentita complice e sofferente con la protagonista. Complimenti ! Un abbraccio
Grazie, Eleonora, per il tuo commento così preciso e generoso. Sono contenta che ti sia piaciuto.
Ciao Alessandra, grazie a te….le storie delle nostre donne sono simili in quanto hanno sofferto tutte e due ma, come vedi, in fondo c’è il riscatto e la speranza. Sentiamoci ancora..Un abbraccio
Il destino questa volta ha voluto bene a Marta, la sua vendetta, se ci sarebbe riuscita: dubito, per la sua precisione e la sua fragilità, l’avrebbe ancora più ferita: quello che quella sera, gli strappo l’amore, che lei non voleva dare era stato dal caso pesantemente punito. Brava Alessandra un racconto descritto molto bene, complimenti!
Grazie, Giorgio. Ho molto gradito il tuo commento!
Fossi in te lo sposterei o lo riposterei nella sezione corti. Credo ne valga la pena. Auguri.
Grazie per il consiglio!
Il racconto mi è piaciuto.
Molte volte quando subiamo del male, siamo portati a vendicarci, come se questo bastasse a cancellare tutto.
Ci dimentichiamo che dove non arriviamo noi arriva la giustizia divina.
Dispiace dirlo, perchè fin da piccoli ci insegnano a perdonare.
Ma ci sono cose che non possono essere perdonate perchè il nostro cuore grida vendetta.
Basta solo avere la forza, anche se non è facile, di aspettare e l’Autrice con grande sapienza ci insegna questo.
Ci sono delle persone che fanno del male e poi, come se non fosse, successo nulla, continuano il loro vivere.
Si dimenticano che presto, molto presto qualcuno chiederà loro conto di quello che hanno fatto.
Complimenti.
Raffaele, grazie. Grazie di cuore.
Racconto scritto veramente bene, sintetico, pochi “fronzoli”, come dico io, ma diretto, l’ho letto senza annoiarmi a metà lettura, come a volte accade, spinta dalla curiosità di arrivare alla fine….complimenti davvero e grazie anche per tuo gradito commento al mio racconto, fa sempre piacere scambiare impressioni con chi ama scrivere (e scrive bene come te)
Grazie, Caterina.
Una storia amara immersa in una torbida atmosfera di sottofondo. Marta in fin dei conti si salva riuscendo a non consumare in prima persona la propria vendetta. D’altronde uccidere chi troppo l’ha fatta soffrire, difficilmente le avrebbe consentito di ritrovare la serenità, in più si sarebbe ritrovata lei ad aver compiuto il crimine con prove più fresche e più facili da scoprire per gli investigatori. Un racconto che rimane impresso.
Grazie, Roberto!
La soluzione così sorprendente funzionerebbe anche per CORTO.
Brava, la scrittura agile e scorrevole aiuta a creare la tensione.
Ciao.
Emanuele.
Grazie, Emanuele. Sì, infatti sono stata indecisa se inserirlo tra i racconti per CORTO. Poi, però, ho pensato che sarebbe stato difficile renderlo, data la mancanza di dialoghi. Un caro saluto
Alessandra
A Roberto Giorni: grazie per l’attenzione con la quale hai letto questo racconto e scusami se non ti ho ringraziato prima. Il tuo commento mi era prprio sfuggito!
Un cordiale saluto
Alessandra