Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2012 “Le uova ballerine” (sezione racconti per bambini) di Filomena Cesi

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

C’era una volta, tanti e tanti anni fa, ma proprio taaanti anni fa, una gallina di nome Kikkina.

In quel tempo le galline vivevano libere come tutti gli animali, gironzolando per valli e boschi, pigolando per i prati e mangiando quello che più gli piaceva o quello che riuscivano a trovare.

Nessuno però ancora sapeva che le uova delle galline potevano essere un cibo molto prelibato e prezioso.

Non si conoscevano le frittate, le cotolette, la delizia delle torte, dei gelati,  tantomeno le uova fritte o quelle lesse oltre ovviamente a tante altre bontà.

E come avrebbero potuto? Non esistevano mica le cucine! Persino il fuoco non era ancora stato scoperto.

Ma c’era però anche un’altra differenza: le uova delle galline erano durissime.

Kikkina viveva con suo marito Kokketto, tanti pulcini che erano i loro figli e con tante altre famigliole formavano una grande comunità.

Ma ahimè erano tra gli animali più piccini che esistevano a quei tempi e pur essendo degli uccelli anche a quell’epoca non riuscivano a volare.

Erano intelligentissime e buone  e si aiutavano molto l’un l’altro.

Avevano delle tane ben nascoste e molto resistenti, avevano provviste di cibo e di acqua per ogni evenienza ed avevano anche un piccolo esercito formato dai galli più forti.

L’esercito serviva solo in caso di difesa, le galline erano pacifiste ed il loro compito  consisteva per lo più in turni di guardia.

Poiché non riuscivano a volare, non poteva depositare le loro uova nei nidi sugli alberi come fanno gli altri uccelli, per proteggerle e nasconderle.

Kikkina aveva capito che per evitare che venissero schiacciate involontariamente da qualche animale più grande doveva depositarle col guscio più duro.

Al termine della cova, quando all’interno dell’uovo il pulcino era pronto per nascere faceva “tok tok” con becco e la sua mamma lo aiutava a rompere il guscio.

In quel tempo, in cui mancava praticamente tutto, gli uomini primitivi erano molto indaffarati nelle nuove scoperte e fortunatamente erano anche pieni di idee e fantasia.

Riky Fox, era il capo degli uomini primitivi, era alto e forte, un valoroso guerriero, un esperto inventore, sempre pronto a difendere i più deboli e molto generoso.

Lui era il medico della tribù, ma anche il maestro dei loro figli, il consigliere di tutti.

Era molto attento a tutto quello che accadeva intorno a loro pronto a cogliere ogni minimo dettaglio.

Fu cosi che si accorse di tutto il da fare che avevano le galline per proteggere le loro uova e tutto lo sforzo che impiegavano per depositarle durissime.

Decise allora di aiutarle. Un giorno si recò da Kikkina per proporle la sua idea.

Gli avrebbe costruito un recinto alto e resistente all’interno del quale loro sarebbero state tranquille.

Kikkina si fidò e tutte le galline cominciarono la loro nuova vita più serena visto che si sentivano al sicuro.

Intanto il tempo passava e vennero fatte tante scoperte; si inventò il fuoco per scaldarsi e cucinare, poi inventarono le pentole i piatti e le posate oltre a tante altre cose tanto utili.

Kikkina dal giorno in cui era stata aiutata da Riky Fox non aveva mai smesso di pensare che avrebbe dovuto trovare un modo per ringraziarlo della sua bontà.

Un bel mattino ebbe una idea fantastica: qualche uovo sarebbe stato un dono perfetto! Ormai potevano essere aperte con facilità e con le nuove pentole sulle calda fiamma avrebbero potuto cuocerle a piacere.

Riky Fox gradì molto quel regalo perché la frittata che fece con quelle uova fu una vera leccornia e tra loro nacque una bella amicizia.

Dal quel giorno l’uomo e le galline sono sempre rimasti in ottimi rapporti, noi proteggiamo le galline facendole vivere serene in grossi recinti e loro ci donano le buone uova che ormai non hanno più il guscio duro.

Questa storia ormai lontanissima e che ha tutto il sapore di una leggenda, viene tramandata nei secoli tra le galline ed in tutti i pollai conoscono la storia di Kikkina.

Un giorno Pigolina, una gallina ancora pulcina sentendo raccontare questa storia dalla sua nonna disse: “anche io un giorno farò le uova dure, questi uomini a me non stanno tanto simpatici e non voglio che le mangino” e poi continuò: “ma non vedete come ci trattano? Abbiamo poco spazio, sempre lo stesso mangime e le nostre uova oltre a mangiarle, il contadino le vende! Vedete come veste elegante e con che macchinone va in giro? Guadagna un sacco di soldi da questo commercio. Si ho proprio deciso, farò come Kikkina, io farò le uova dure!”

Tutta la comunità cercò di spiegarle che forse era meglio lasciare le cose come stavano, in fondo anche se avevano poco spazio e sempre lo stesso cibo non dovevano andarselo a cercare e benchè non esistessero più i dinosauri erano sempre piccine e nei pollai si sentivano tranquille.

Tutti erano in pensiero: e se l’uomo si fosse offeso e non le avrebbe più difese?

Intanto Pigolina cresceva a vista d’occhio e tutti sapevano che ben presto anche lei avrebbe cominciato a deporre le uova. Ma più il tempo passava e più Pigolina era convinta della sua idea, ormai per tutto il pollaio era una autentica rivoluzionaria.

“Che importa” diceva “se l’uomo non ci proteggerà più! Torneremo libere per i pascoli, sui monti o al mare dove meglio ci piacerà, mangeremo quello che vorremo, quando ci andrà e quanto ne desidereremo, io sono stufa di questa vita voglio vedere il mondo e le mie uova torneranno ad essere dure come quelle della nostra antenata Kikkina.” “Formeremo anche noi un esercito! Anzi: visto che voi galli siete diventati dei rammolliti vi consiglio di cominciare ad allenarvi già da ora”

Mamma Pea e Babbo Pio i genitori di Pigolina ormai erano rassegnati, ma anche preoccupati per le  idee della loro figlioletta che a loro parevano al quanto strampalate. Gallo Pio per tranquillizzare  mamma Pea le disse:” Non preoccuparti! è solo molto giovane, ricordi? Anche noi da ragazzi vedevamo  le cose in quella maniera, certo erano altri tempi ed eravamo più cauti, ma anche noi avevamo sogni di liberà ed indipendenza, magari col tempo le passerà.

E cosi, tra un comizio e l’altro e la preoccupazione di mamma e babbo arrivò il giorno tanto atteso. “Voglio proprio vedere se avrà il coraggio di farle dure come ha detto in tutto questo tempo! Una cosa è dire e l’altra è fare. È facile parlare quando non si è i diretti interessati!” disse la zia Piuma Bianca tutta impettita.

“Dovremmo cercare di capire quali sono ed impedire che finiscano con tutte le altre destinate alla vendita, così nessuno se ne accorgerà” Disse Kikky, il più spaventato della comunità.

Questa sembrò una buona idea alla maggior parte di loro, almeno per prendere un po’ di tempo durante il quale speravano di convincere Pigolina a fare le uova come tutte le altre galline.

Ma Pigolina che era molto astuta si accorse di essere sorvegliata. Chiese allora aiuto a Ciccilla la volpe furbilla con la quale escogitò un piano. Riuscì a deporre indisturbata le sue uova dure ben nascoste nella paglia ed a farle finire direttamente nel cesto che il contadino usava ogni mattina per raccogliere le uova e portarle al mercato.

Pigolina e Ciccilla tirarono un sospiro di sollievo solo quando il contadino si allontanò con cesto colmo di uova, la loro missione era compiuta e perfettamente riuscita.

Ma dove sarebbero finite quelle uova tanto dure? Chi sarebbe stato il primo ad accorgersene? E cosa sarebbe successo?

Questo per tutto il pollaio rimase un mistero perché le cose andarono così.

Un giorno, non molto tempo fa, nonna Lia andò come suo solito a fare la spesa.

Non trovò un carrello libero e decise che avrebbe tenuto tutto in mano. Per ultimo prese una confezione da 6 uova e si diresse alla cassa.

Arrivato il suo turno fece per poggiare la sua spesa sul  bancone e le sfuggirono di mano proprio le uova. In men che non si dica la confezione si aprì e le uova cominciarono a ruzzolare e saltellare ovunque. Una finì nel sacchetto della spesa di un’altra signora, una cadde addirittura per terra, una andò dritta dritta nella cassa con tutte le monetine, un’altra saltò addosso al cassiere ed una nonna Lia riuscì a prenderla al volo.

Tutto questo avvenne in un battibaleno e tutti erano intenti a cercare di salvare queste uova. Quando il parapiglia generale  ebbe fine,  si guardarono allibiti: le uova non si erano rotte.

“HOOOOOOOOOOOO!” fecero tutti in coro , ma conclusero che si era trattato solo di  colpo di fortuna.

Nonna Lia ricompose le uova nella loro confezione con l’aiuto di tutti, pagò il suo conto, riempì la sua busta e tornò a casa ripensando incredula all’accaduto.

Arrivata a casa, cominciò a tirare fuori dal carrello i suoi acquisti per riporre ogni cosa al suo posto e forse perché soprapensiero o sbadatamente prese malamente la confezione delle uova. Di nuovo la stessa scena del supermercato: uova che ruzzolavano e saltellavano ovunque, sulle sedie, per terra, in mezzo al resto della spesa. “ho mamma!!” esclamò nonna Lia, “questa volta faccio proprio la frittata!”

Quando tutto fu finito e le uova si furono fermate nonna Lia con tanto di bocca aperta e occhi spalancati ancora una volta notò che le uova non si erano rotte. “Ma come è possibile?” pensò ad alta voce, “ma queste uova sono davvero magiche!”

Ovviamente non riuscì a mangiarle, ma le decorò ed ancora oggi le tiene per ricordo.

Pigolina non demorde e chissà chi sarà il prossimo fortunato a trovare le sue uova ballerine.

Intanto stiamo pur certi che il contadino per questa volta non ne ha saputo nulla perché nonna Lia ha mantenuto il segreto e nel pollaio continuano a vivere tutti felici e contenti.

Loading

Lascia un commento

Devi essere registrato per lasciare un commento.