Racconti nella Rete®

25° Premio letterario Racconti nella Rete 2025/2026

Premio Racconti nella Rete 2012 “Un amore da prendere a schiaffi” di Brunello Gentile

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012

Come ogni anno a fine luglio Luigi era salpato da Genova con il suo sloop da 12 metri per una crociera di un mese verso St. Tropez.

Abitualmente solitaria era solo la partenza; lungo la rotta una ragazza per raddoppiare l’equipaggio l’aveva sempre trovata.

La sua fama di conquistatore era proverbiale.

La prima navigazione si era conclusa da un paio d’ore nella darsena Portosole di Sanremo; l’ormeggio fronteggiava aiuole, bar e ristoranti.

Guardando in giro notò un giovane, con grembiule da cameriere, dare uno schiaffo ad una ragazza e predisporsi a ripetere il gesto.

Scavalcò con un balzo il pulpito e si precipitò verso i due.

“Calmati, amico! Lascia in pace la ragazza!”, intimò.

Il giovane mosse per sferragli un pugno e lui attuò una mossa da tatami: il braccio del malcapitato rimase agganciato a leva procurando dolore.

“Te ne vai prima che te lo spezzi o devo insistere?”

“Me ne vado, ma sappi che è stata lei a chiedermi di schiaffeggiarla”.

“Scusa originale! Non pretendere che ti creda, sparisci!”

Mentre il giovane si allontanava con gesti di stizza la ragazza gli saltò addosso mettendogli le braccia al collo.

“Se non intervenivi, mi ammazzava! Ti scongiuro, portami a casa tua ovunque sia!”

“La mia casa è una barca e lascio il porto domattina. Quale altro pericolo corri?”

“Tienimi a bordo qualsiasi rotta farai! Appena sarò sola quello tornerà!”

La paura della ragazza pareva sincera.

“Sali in barca, poi vedremo”. La vide correre per raccogliere da terra un grosso borsone.

Giunti a bordo un uomo del porto si avvicinò chiedendo i documenti.

“Mi spiace, per un contrattempo devo ripartire subito”, si scusò iniziando a sciogliere l’ormeggio.

“Avevi detto che partivi domani”, espresse con sorpresa la ragazza.

“Vuoi che resti sveglio tutta la notte a controllare che nessuno tenti di vendicarsi?”

“Per me va bene. Dove andiamo?”

“In due ore saremo a Mentone. Hai un documento?”

“Passaporto!”

“Scendi all’interno e sistemati nella cabina a sinistra. Mi chiamo Luigi, e tu?”

“Marianna”.

“Mettiti un costume, ma tieni pronto un giubbetto. Più tardi servirà”.

La ragazza rimase a lungo sotto coperta.

Luigi uscì in mare e impostò la rotta per Capo S. Ampeglio.

Stava doppiando quest’ultimo e già vedeva Capo Mortola quando Marianna ricomparve in pozzetto.

Si ritrovò davanti una donna ben diversa da quella strappata ad un energumeno un’ora prima. Sotto un pareo rosa trasparentissimo e annodato sopra una spalla, che non concedeva nulla alla fantasia, indossava solo uno slip-tanga dello stesso colore appena più acceso.

Un trucco leggero ed i capelli biondo-oro lasciati sciolti valorizzavano i delicati lineamenti del viso; un corpo slanciato e proporzionato rendeva piacevole la visione dell’insieme.

“Siamo certi che tu sia la stessa Marianna che è scesa sotto coperta? Ammetto di averti ammirata da subito, ma sei sparita graziosa e mi riappari una dea!”

“Grazie, sei abile a complimenti! Posso sedermi vicino a te?”

Il concetto che Marianna espresse in fatto di ‘sedersi vicino’ emozionò il timoniere: gli appoggiò la schiena sul petto e piegò la testa sopra la sua spalla costringendolo ad accerchiarla con un braccio.

Rimase investito dal suo profumo e sconvolto dalle sensazioni derivanti dal contatto. Quel corpo gli aderiva con flessuosità dolcissima pur dimostrando una scattante muscolatura.

“E’ bellissimo navigare a vela a quest’ora. Perché non c’è la tua donna? Sei l’uomo più attraente che abbia mai incontrato”.

Luigi rispose al complimento stringendola un pò di più.

“In tutti i mesi dell’anno raggiungo per lavoro ogni continente. Difficile che una donna accetti di condividere solo i giorni di una crociera in barca”.

“L’ultimo amore è sperduto nella memoria?”

“L’amore sì, l’astinenza a cui pensi non risale a tempi remoti”.

“Da domani potrebbe risalire a stasera?”

Un’offerta così improvvisa lo ammutolì.

La risposta fu una carezza lungo il braccio di lei seguita da una discesa lenta della mano sotto il pareo con più mirata ricerca.

Fu una navigazione piacevole, dalla quale dovette distrarsi poco dopo le 20.00 per predisporre l’ormeggio al Vieux-Port di Mentone.

La presenza del borsone nella cabina dell’armatore dotata di letto matrimoniale confermò le idee di Marianna sul prosieguo della serata.

Cenarono in un ristorante sotto archi in pietra lungo la strada costeggiante la banchina. Alla luce di una candela il dialogo fu limitato al massimo, ma gli sguardi riempirono i vuoti sonori.

Più la osservava e più ne scopriva l’eleganza della figura e del viso. Il sorriso lanciava un messaggio ogni volta più ammiccante.

Seppe che era di Aosta, ma non le chiese chi fosse in realtà il cameriere che la maltrattava.

Il rientro in barca fu lento; i preliminari altrettanto, perché lui prolungò ogni carezza per rendere più eccitante l’attesa. Qualche attimo più tardi sarebbe stato difficile stabilire chi dei due ci stava mettendo più impeto.

Finirono entrambi senza forze, le mani a cercare l’ultimo brivido sul corpo dell’altro prima di addormentarsi a dita incrociate.

Dal giorno seguente Luigi visse momenti straordinari.

Svegliandosi presto ogni mattina posava lo sguardo sul quel corpo di donna ceduto al sonno senza inibizioni. Riviveva le sensazioni delle labbra sui seni e delle carezze pigre fra i capelli prima di imporle un abbordaggio senza risparmio di colpi.

Marianna esaltava il suo ruolo di maschio esaltandosi a sua volta; fare l’amore con lei era una continua sorpresa, un condividere il piacere senza ancorarlo alle pretese del quotidiano.

Era innamorato soprattutto dei suoi gesti improvvisi: gli si accostava con un fianco mentre lui era in piedi e gli appoggiava la testa sul petto chiedendogli protezione come fosse una bambina, quando si alzava al mattino trovandolo al timone saliva sul sedile dietro a lui e lo stringeva sfiorandogli il collo con la guancia, ovunque fossero seduti a conversare chiedeva il silenzio all’improvviso e atteggiava le labbra per un bacio dapprima il più delicato possibile e sul finale quanto più prepotente.

Dopo Mentone aveva ormeggiato a Fontvieille, Monaco, a Villefranche, a Marina Baie-des-Anges, e, dopo Cap d’Antibes, aveva trascorso una notte all’ancora alle isole Lérins, fra S. Marguerite e S. Honorat.

Quest’ultima sosta era stata un incanto. Sotto un cielo stellato, in assenza di altre barche nelle vicinanze, avevano fatto l’amore all’aperto; al termine si era seduto sul materassino e lei rimase stesa appoggiando la testa sulle sue ginocchia. La sentì sussurrare un grazie rivolgendogli uno sguardo commosso; se l’era stretta con tutta la forza possibile.

Le navigazioni erano durate sempre un paio d’ore alle luci dell’alba.

Solo il tratto fra le isole Lérins e St. Tropez richiese una mattinata intera con sole pieno e poco vento.

A mezzogiorno si pranzava in pozzetto con cibi freddi e frutta, alla sera si sceglieva un ristorante nei dintorni e, dopo una passeggiata per le vie della città, si rientrava a bordo per ripetere il loro intimo rituale.

Marianna era in tale sintonia con i ritmi della vita di mare da non poter credere che non avesse già fatto esperienze di crociere.

La sosta a St. Tropez durò quattro giorni e servirono anche dei taxi per andare due volte sulla spiaggia di Pampelonne, zona Tahiti Plage, comportandosi come turisti terrestri.

Nella rotta di rientro versola Liguriafurono scelte soste notturne in luoghi diversi da quelli dell’andata.

Luigi era convinto che lei sarebbe rimasta a bordo fino a Genova e pensava che la strada per Aosta gli sarebbe diventata familiare.

Stanco della sua vita in solitario, ritenne Marianna la donna giusta alla quale proporre un rapporto duraturo.

Navigando al largo di Cannes trovò l’occasione e la forza di esporle le sue speranze sul loro futuro. Lo sorprese l’assenza di reazione: un sorriso malinconico e nulla più.

Oltre Mentone gli parve che telefonasse a qualcuno dalla cabina e poco dopo giunse una richiesta inaspettata.

“Potresti sbarcarmi a Sanremo?”

“Non temi di incontrare l’amico?”

Le vide scuotere la testa in segno di diniego.

Ormeggiò allo stesso posto dell’andata, incuriosito per ciò che sarebbe accaduto.

Marianna ricomparve all’esterno con gli stessi abiti e lo stesso borsone con i quali era salita a bordo.

Raggiunse terra, lo guardò qualche attimo dalla banchina e iniziò a camminare voltandogli le spalle.

Luigi si precipitò.

“Dove stai andando?”

“E’ finita, comandante! Pensa come vuoi, ma è stata solo una splendida vacanza”.

“Cosa vuol dire ‘è finita’?”

“Ripartirai senza di me e non ci vedremo più!”.

“Cos’ho sbagliato?”

“Nulla, solo io ho bleffato. Ogni anno per farmi una vacanza gratuita in barca invento una sceneggiata scegliendo la mia vittima. Questa volta il prescelto sei stato tu. So di agire cinicamente e fossi in te sarei inviperita. Prendimi pure a schiaffi, me lo merito”.

“Prescelto io, perché?”

“Perché eri solo e bellissimo”.

“Fammi capire! Il comportamento del giovanotto era…”

“Un modo per attirare la tua attenzione”.

“Mi hai impietosito con la paura d’essere ammazzata solo per farti una vacanza a sbaffo! Per darti una lezione due schiaffi memorabili li prendi anche da me!”, alzò la voce sferrandole il primo manrovescio.

“Calmati, amico! Lasciala stare!”, gli giunse da dietro.

Si voltò e riconobbe il cameriere.

Accanto a lui c’era un poliziotto che lo squadrò severamente e gli si rivolse con tono deciso.

“Finisce qui o preferisce una cella in attesa di processo?”

“Mi ha chiesto lei di prenderla a schiaffi!”

“Movente originale! Non pretenderà che le creda!”…

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5 commenti »

  1. Racconto sagace e con pennellate marine che accompagnano il piacere della lettura. Qualche indulgenza eccessiva nel lasciarsi andare a taluni particolari. Complimenti per il finale che fa sorridere di simpatia. Bravo.

  2. Bel racconto con finale ironico. Mi è piaciuto. Bravo.

  3. Grazie Marco e grazie Silvia. Di Marco conosco bene la profondità del pensiero che si traduce in ‘immenso’ nelle parole del suo splendido Armaduk, di Silvia ho letto la raffigurazione dei suoi pensieri davanti ad una morte che sa di vita e ti arricchisce. Brunello

  4. Scrittura sapiente per un testo scorrevole e sapido, pennellate delle nuove relazioni che assumono connotati filmici, a cui pare tu non sia del tutto estraneo M

  5. Grazie Margherita per le Tue positive considerazioni sul mio racconto. E’ vero ciò che supponi in fatto di regia filmica. Fa piacere vederlo riscontrato. Con stima, Bruinello

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