Premio Racconti nella Rete 2012 “Pioggia d’agosto” di Lorenzo della Frattina
Categoria: Premio Racconti nella Rete 2012Come quando fuori piove, ogni cosa si era appannata e si stava appannando alla sua vista nell’inesorabile lento scorrere di ogni attimo ,mentre quel viso sconosciuto gli diceva di stare calmo, ché lui era un medico, ché sarebbe arrivata presto un’autolettiga .
Come quando fuori piove, nonostante il sole avesse reso rovente il catrame dell’asfalto, forse l’appannato autista di quel trattore non l’aveva visto sopraggiungere, veloce, a cavallo del suo potente destriero a quattro cilindri: l’impatto era stato inevitabile tra la potente motocicletta e quel ruggente mostro campestre sbucato possente ed inesorabile da un viottolo laterale.
Come quando fuori piove, tutto accadde nel tempo di un lampo; il resto fu un tuono di ferraglie, scintille, fragore d’oggetti che si polverizzavano sull’ampia carreggiata della statale. Lui e lei disarcionati in un volo senza fine. Lei non c’era già più, non aveva nemmeno capito prima di atterrare, poiché era volata oltre il cielo smaltato di quella domenica agostana fatta di sole, di mare, fatta di un viaggio di sola andata, dove il ritorno si era fermato alla progressiva chilometrica 16+700, così avrebbero poi scritto compunti e forse tristi gli agenti nel lungo dettagliato verboso rapporto.
Come quando fuori piove, sentiva scorrere; non era pioggia, ma il sangue che usciva a piccoli fiotti dalle troppe ferite come a fiotti uscivano le grida sempre più flebili fatte di rabbia stupore lacrime e dolore.Lui la chiamava, inconsapevole che lei non ci fosse già più, riversa supina e sbilenca decine di metri avanti, tra le alte erbe mosse da una lieve brezza poco oltre la carreggiata .Lei, coperta con un telo da mare da due turisti tedeschi imperfetti nel loro pallore teutonico, in quell’azzurro pomeriggio friulano divenuto improvvisamente così troppo rosso.
Come quando fuori piove , sentì piano il torpore sovrastarlo, come forse sentì il dolore scemare lievemente, sempre più lievemente ,fino a vedere tutto sbiadire come sbiadiscono le nubi dopo ogni tempesta, e vide anche sbiadire quel volto sconosciuto perché, ora sì, anche lui dopo quell’infinita inesorabile attesa l’aveva finalmente raggiunta più in là, più oltre.
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