Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2011 “Persona parlante non veduta” di Tullio Bugari

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2011

L’uomo si trovava nel parlatorio di una prigione. Un corridoio con una specie di mensola lungo tutta la parete, e sopra la mensola un unico lungo vetro, alto fino al soffitto.

L’uomo camminava alle spalle degli altri, seduti su sgabelli o in piedi, che si accalcavano e parlavano al citofono con le persone in visita. C’era molta folla, sia di qua che di là dal vetro, tanta gente che parlava, si spingeva, veniva e andava, cercava di farsi largo, anche solo per guardarsi o gesticolare con le mani.

A un certo punto l’uomo intravede di là, dietro a tutte le persone in visita, il suo figlio tredicenne che cerca di farsi largo, ma nessuno bada a lui.

L’uomo sente la sua voce. Dovrebbe essere una voce acerba, incerta, contrastata dal pesante vetro e da quella confusione priva di senso, e invece la sente nitida e alta. “Persona parlante non veduta” ripete il ragazzo, quasi tranquillo, come se si trattasse della normale formula in uso in quel luogo, per richiamare l’attenzione.

L’uomo, che fino a quel momento era quasi distaccato, inizia ad agitarsi, ora vuole farsi avanti, s’arrampica quasi sulle persone che gli sono davanti e riesce ad arrivare con la mano sul vetro, in alto, e bussa sul vetro mentre chiama suo figlio pronunciandone il nome. Allora il figlio lo vede e si fa avanti anche lui, si allunga sulle punte dei piedi, anche lui s’arrampica e con il palmo tocca il vetro proprio lì, dove c’è appoggiata la mano dell’uomo.

Il suo sguardo è bello, sorridente, esprime contentezza e sembra quasi dire, ecco, sono qua! Allora l’uomo siede sullo sgabello e prende il citofono, e anche il figlio fa altrettanto. L’uomo ora è seduto, è immerso tra la gente che continua ad accalcarsi, ma non riesce a parlare, gli viene da piangere, è commosso, e mentre piange pensa a sé che sta piangendo e che non avrebbe mai immaginato di essere capace di piangere in quel modo. Sente che il figlio lo guarda, o forse lo chiama, e comunque mantiene ancora lo sguardo tranquillo di prima. E’ tranquillo, il ragazzo.

E’ allora che l’uomo si sveglia nel suo letto e s’accorge che sta piangendo davvero, con quello strano stato d’animo, e non s’addormenta più per quella notte. Non comprende il perché ma durante gli ultimi tempi non si è mai sentito molto in forma. Ripensa al sogno e a quel richiamo, “persona parlante non veduta”, al figlio che parla e a lui che in realtà riesce a vederlo bene, il figlio. E allora l’uomo inizia a comprendere, non è il figlio ma lui stesso la persona parlante non veduta, è lui a trovarsi chiuso dietro al vetro, in quel corridoio dove cammina osservando con distacco gli altri, dei quali non ricorda nessun volto perché li ha visti soltanto di spalle.

Il figlio richiama la sua attenzione perché è lui che non vede suo padre, e vuole vederlo, e allora lo chiama, e così il padre deve farsi largo per farsi vedere, toccare il vetro e bussarci sopra, e poi immergersi anche lui dentro quella folla, calarsi già. E’ l’immagine del palmo della mano del figlio dall’altra parte del vetro, quella che rivede ora. Forse è per questo che l’uomo piange, perché capisce che il figlio deve fare una forzatura, assumere un comportamento più grande di lui.

L’uomo è disteso nel suo letto, pensa che forse è possibile continuare con queste spiegazioni e scoprire ancora altri significati nel suo sogno, dove i pensieri più nascosti per un momento gli hanno parlato, ma poi pensa che sia meglio lasciarle crescere da sole, le spiegazioni. L’uomo pensa che gli piacerebbe un giorno scrivere una storia che si ispiri a questo sogno. Poi s’addormenta, e riposa nelle ultime ore dell’alba.

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3 commenti »

  1. Questo racconto mi ha fatto riflettere su molte cose!

    Se ti va di leggere il mio (Benvenuta Sophie) e di esprimere un parere ne sarei lieta.

  2. Un muro di spesso vetro, con valore simbolico, attraverso il quale vediamo le cose, o meglio le intuiamo, non riuscendo da subito a capirne appieno il loro significato. Il protagonista dovrà ancora guardarvi attraverso per una migliore comprensione. Il primo passo lo ha già fatto.Suggestivo

  3. Grazie del commento.

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