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24° Premio letterario Racconti nella Rete 2024/2025

Premio Racconti per Corti 2025 “Niente da fare a Lucchio” di Francesco Mollo

Categoria: Premio Racconti per Corti 2025

Marco, un location manager con una alta reputazione professionale – premiato anche con il Location Managers Guild Awards – è incaricato da una casa di produzione di Berlino di andare a verificare la fattibilità di una miniserie softcrime in un remoto borgo della Toscana: Lucchio, frazione del comune di Bagni, tra Lucca e Pistoia. La serie racconterà la storia del sequestro di due sorelline tedesche avvenuto negli anni Ottanta. Il regista vorrebbe girare lì, e anche per i produttori il posto va bene. Marco ha già ottenuto l’ok e il supporto da parte della Film Commission, visto che questo film porterebbe sul posto un grande flusso di cine-turisti, soprattutto tedeschi, come succede a ogni nuova uscita di film del regista di Düsseldorf. Ma tutti concordano che l’ultima parola sarà quella di Marco, anche se danno l’esito per scontato: la location deve raccontare sì, ma anche prestarsi dal punto di vista della logistica. La sua sarà anche una forma di “benedizione” della location, giacché è considerato una specie di dio in questo reparto dell’industria cinematografica.

Arrivato a Lucchio, Marco si rende conto che il borgo è praticamente abbandonato. E girovagando scopre che ci vive solo Leonida, un anziano pastore con le sue capre e il suo cane, un bellissimo maremmano.

E quando l’anziano vede Marco aggirarsi per le vie disabitate, lo saluta, senza sorpresa, come se si trattasse di una persona conosciuta e non un estraneo.

Marco valuta che in termini di fattibilità non ci sarebbero grandi impedimenti: basterebbe creare uno spiazzo per i mezzi tecnici e il campo base, e riaprire la strada di accesso al paese, che ogni inverno puntualmente viene interrotta dalle frane. Piccole cose, insomma. Per il resto la location è perfetta.

Anche al Comune di Bagni a Lucca sono favorevoli al film e, se necessario, si farebbero carico delle spese per risolvere i piccoli problemi logistici. Ma non ci sarebbero problemi economici: la produzione è ben finanziata.

Ma prima che il suo sopralluogo di scouting finisca, Marco passa dall’ovile di Leonida, che lo ha invitato ad assaggiare un po’ del suo formaggio. L’uomo gli parla del suo mondo: identico a quello del padre e del nonno; delle persone che per lui ancora abitano lì, pur senza esserci fisicamente; dello spirito di quel luogo; e del suo ruolo di custode delle cose lasciate da quelli che sono partiti senza sapere che non sarebbero più tornati.

Alle domande di Marco, sul futuro, Leonida risponde che: forse vivrà ancora solo qualche anno ed è sereno al pensiero che nelle sue ultime ore non sentirà altro che il rumore del Lima, un fiume che scorre a valle, coperto a tratti dallo scampanellio delle sue capre.

Al termine del suo incontro, il professionista entra in crisi: se darà il suo ok, quello scampolo di vita sarà definitivamente travolto e modificato per sempre. E gli ultimi giorni di quel vecchio saranno decisamente diversi da quelli che si aspetta di vivere. Sente, all’improvviso, un bisogno etico di esprimere la sua “divinizzazione”: se lui è il dio della location deve dire no per compiere la scelta giusta. 

Mentre si allontana da quel luogo, in macchina, Marco si ferma e inizia a digitare un messaggio whatsapp diretto a Claudia, la produttrice esecutiva: “Invierò una email di resoconto appena rientrerò in albergo, ma ti anticipo che per Lucchio, niente da fare…”

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2 commenti »

  1. Forse il fatto di muoversi sempre nella provincia di Lucca può aiutare la realizzazione di questo bel soggetto, che ho trovato particolarmente originale. Bello il contrasto fra la modernità invadente e aggressiva di Marco e il mondo antico e praticamente immobile di Leonida. Viene da chiedersi come si debba sentire Marco dopo il suo whatsapp… 🙂

  2. Marco si sente come chi è a posto con la coscienza, ma sa che la sua scelta avrà un costo alto.
    Intanto: grazie per il commento.

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