Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2021 “La magia del Natale” di Giulia Meattini (sezione racconti per bambini)

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2021

C’era una volta, non molto tempo fa un bambino che si chiama SATURNINO.

Saturnino era un bambino di nove anni dai capelli castani  e gli occhi neri e profondi.

Sempre allegro e sorridente, gli piaceva molto giocare e conoscere nuovi amici, ma aveva un difetto aveva una testa dura ed era molto permaloso.

Le cose che più amava Saturnino erano la pizza, i film al cinema con pop corn annessi ed il Natale.

Il Natale era il periodo dell’anno che preferiva in assoluto:  le strade piene di luci , i negozi addobbati a festa, le canzoni allegre che facevano da sottofondo a tutte le Feste, le leccornie da mangiare e soprattutto i regali che Babbo Natale ogni anno gli portava.

L’otto di dicembre _ il giorno dell’Immacolata_ era tradizione in famiglia di Saturnino fare l’albero di Natale.

Tutta la famiglia partecipava all’evento, il papà montava l’albero alto almeno due metri in mezzo alla sala che doveva essere rigorosamente finto ed ecologico, la mamma metteva delle canzoncine allegre di natale, la sorella di solito rompeva qualche pallina e Saturnino sistemava sempre il puntale in cima all’abete aiutato dal suo papà.

Nei giorni prima della Festa si giocava a tombola, si mangiava il pandoro e si preparavano i biscottini per Babbo Natale , poi la sera della Vigilia si andava in chiesa alla Messa di mezzanotte, tutti in adorazione ad aspettare la nascita del “Bambin Gesù” che in questa notte speciale era sceso dalle stelle in mezzo a noi, come cantavano le note di quella famosa canzone.

Era una tranquilla domenica mattina nel periodo dell’avvento, Saturnino era uscito di buon ora da casa perché doveva fare alcune commissioni per la mamma prima di andare  a Messa: c’era  lo strutto per i dolci da prendere al Consorzio , altre lampadine per l’albero da ritirare alla Ferramenta e poi voleva comprare un pacchetto di figurine in edicola.

Era sulla via principale del paese che camminava canticchiando tra se e se, quando lo urtò qualcosa che lo fece sobbalzare.

_Hey!_ gli uscì di getto dalla bocca, prima di girarsi.

Alzando gli occhi  incontrò il volto scuro e scontroso del “Signor P”.

Il Signor P era un personaggio in paese, i bambini lo chiamavo “IL GRINC”, per quanto fosse scontroso ed arrogante tutto l’anno ma soprattutto in questo periodo,  leggende di paese dicono che fosse così a causa di una grave perdita familiare accaduta proprio il giorno di Natale.

Saturnino rabbrividì pensando che gli mancava proprio di incontrare il “Grinc” oggi !

Il Signor P. sembro leggere nei sui pensieri e si fermò mantenendo lo sguardo fisso sul bambino che adesso si stava davvero preoccupando.

L’uomo con una lentezza epocale accennò un sorriso maligno ed inforcò gli occhiali dicendo:

_Vediamo un po’ chi abbiamo qui…. Chi osa urtarmi per strada senza nemmeno chiedermi scusa?-

Saturnino in preda al panico iniziò a farfugliare qualcosa:- mmm , scusi… fretta…commissioni…Natale…._

L’uomo sgranò ancora di più i suoi brutti occhiacci di ghiaccio e riprese_ Non ho capito giovanotto, si spieghi meglio? Mi sta chiedendo scusa, voglio sperare?!?_

Il ragazzo fece un ampio respiro e riprese da capo: _ Mi scusi Signor GRINC…EHM volevo dire SIGNOR P. non succederà più glielo prometto, stavo andando di fretta perché devo fare delle commissioni di NATALE per mia madre._

Alla parola NATALE il Signor P. fece l’espressione più disgustata che si fosse vista in faccia ad un uomo e ripeté mellifluo:  _NA..NA..NATALE?…Che sciocchezze stai blaterando ragazzo, mi vuoi dire che festeggiate ancora il Natale?

-Certo!_ ripeté pronto il bambino

La risata stridula che uscì dalla bocca dell’uomo fece rabbrividire Saturnino , ma non era finita qui, il Signor P. continuò: _ Sciocchezze! Non mi dirai che credi ancora a Babbo Natale alla tua età? Lo sai che BABBO NATALE NON ESISTE!!_

Quelle parole dette con odio risuonarono come un colpo di cannone nelle orecchie e soprattutto nel cuore del povero bambino, che non ebbe la forza di dire nulla ma diventò rosso rosso come un pomodoro e scappò a gambe levate mentre nel vicolo risuonava ancora la risata malefica del GRINC!

Quando Saturnino entrò in casa sbatté sonoramente la porta ed andò dritto in camera sua, di fronte agli sguardi esterrefatti della famiglia.

La mamma gli gridò dietro  _ Ma Tu non dovevi andare a Messaaa?_

Ma lui oramai non la sentiva più. Sprofondato nel letto, col cuscino sopra la testa ed il rumore dei suoi singhiozzi che gli riempiva l’anima.

Saturnino porto il “broncio” bello stampato in faccia per tutta la settimana e nonostante le proteste di sua madre fu scontroso, poco collaborativo ed incline al dialogo con tutti.

Peccato che era la settimana prima di Natale.

La mamma aveva fatto le ciambelline con lo zucchero che adorava tanto,  seguendo l’antica ricetta che si tramandava nella famiglia da generazioni, ma per protesta Saturnino non le aveva nemmeno toccate.

Poi la sera dopo cena la famiglia si riuniva attorno al fuoco a giocare a tombola e mangiare pandoro e frutta secca, ma Saturnino con la scusa di essere stanco se ne andava dritto filato in camera sua poco dopo la cena.

Arrivò presto il giorno della vigilia di Natale e nel pomeriggio la mamma e sua sorella armate di grembiuli e mattarelli avevano iniziato a preparare i biscotti da lasciare in dono a Babbo Natale, attività alla quale il bambino aveva sempre partecipato con slancio.

Si impastava la farina con uova, tanto burro e qualche goccia di cioccolata, aggiungendo poi le spezie quell’aroma  meravigliosa di zenzero e cannella invadeva tutta la casa quando il dolcetti cuocevano lentamente nel forno.

Ma quando la mamma lo chiamò quel pomeriggio, Saturnino rispose che aveva da fare e uscì in giardino sbattendo la porta, si sentiva arrabbiato con il mondo e privato del suo Natale.

La sera la mamma insisté così tanto che alla fine il bambino la seguì alla Messa di mezzanotte,  lungo la strada che percorsero assieme a piedi, la donna ne approfittò per parlargli:

_Saturno (qualche volta la mamma lo chiamava così specialmente quando era arrabbiato come il famoso pianeta che sconquassa gli oroscopi a tutti!) … Cosa c’è che non va?_

La voce della mamma era calda come una dolce carezza.

Il bambino cercò di mantenere il suo mutismo ma dopo un po’ si lasciò andare e gli raccontò della piccola grande pena che portava nel cuore in quei giorni, e di come il “Signor Grinc” gli aveva rovinato il Natale.

Una lacrima iniziò a pizzicargli occhi facendo capolino, ma la ricacciò al suo posto con un lungo sospiro.

Anche la mamma sospirò dopo un lungo Silenzio, e disse:

_Amore mio, le cose brutte succedono e le persone cattive ci feriscono ma siamo noi a decidere come reagire, che cosa fare della nostra vita.

Se ci chiudiamo ancora di più in noi stessi  ci priviamo delle cose belle e ci puniamo ancora di più!

Invece dobbiamo andare avanti ed apprezzare il tempo che ci è concesso  e le meravigliose piccole occasioni di felicità che ogni giorno la vita ci regala.

Vedi tu, in questi giorni, ti sei chiuso in te stesso e non hai partecipato con noi alle tradizioni del Natale, e così facendo hai negato alla felicità di raggiungere il tuo cuore.

Ma le tradizioni ricordati sono importanti perché nutrono le nostre radici dal profondo , ci ricordano chi siamo e da dove veniamo e ci fanno sentire meno soli.

Riflettici figlio mio…

Il punto non è se tu credi o non credi in Babbo Natale, il punto è :  Tu CREDI di avere ancora bisogno della “Magia del Natale” ?_

Le parole della mamma gli rimbombavano ancora nella testa quando entrarono per mano in Chiesa.

I canti di Natale gli riempirono il cuore di gioia e mentre sentiva echeggiare quelle liete note fino nell’ultima architrave della navata centrale, guardò il presepe illuminato col Bambin Gesù proprio al centro, guardò le persone che cantavano felici tenendosi per mano, guardò un bimbo in braccio a sua madre che dormiva sorridente sognando i regali che la mattina avrebbe scartato.

Poi guardò sua mamma e sorrise, gli si avvicinò le diede un bacio sulla guancia e sussurrò: _Io CREDO nella Magia del Natale!_

Quando uscirono dalla Chiesa era mezzanotte passata e si avviarono a piedi per la piccola stradina sterrata che conduceva a casa.

Saturnino, nel buio della notte sentì un suono leggero di campanelli e poi una risata allegra,  così alzò la testa.

Un debole raggio di luna illuminò  qualcosa che sfrecciava nel cielo …. E Che…. Avrebbe giurato fosse proprio la Slitta di Babbo Natale!

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1 commento »

  1. Bel racconto, è proprio così, la Magia del Natale.

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