Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2017 “I Tifosi” di Elvira Giordano

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2017

I tifosi

Pergolo, Roccabianca e Ponterosa sono tre vivaci paesini distesi sulle pendici di splendidi monti, ricoperti da boschi di abeti secolari.

Il fiume Cristallo, così chiamato per le limpide acque, come un serpente sinuoso con le sue anse, ne delimita il confine, mentre degli antichi ponti di stile romanico, li collegano.

I loro nomi derivano dal fatto che Roccabianca ha le case costruite con mattoni di roccia bianca, Ponterosa poiché il suo ponte ha le pietre di una colorazione rosata, mentre Pergolo ha le case quasi completamente avvolte da ragnatele di gelsomino e glicini.

La vita nei tre paesini, al contrario di come si potrebbe pensare, è tutt’altro che tranquilla o monotona.

Gli abitanti di Roccabianca e Ponterosa sono degli accaniti tifosi delle loro rispettive squadre di calcio: i Bianchi e i Rosa.

Questa passione è tramandata da generazioni, di padre in figlio. Infatti, nelle squadre sono invischiati un po’ tutti i maschi dei due paesi, chi come giocatore, chi come allenatore, massaggiatore, per finire anche col mago che funge da portafortuna contro la iella.

Per completare il quadro, non mancano neppure le mascotte, cioè i figli più piccoli ai quali non può essere attribuito altro ruolo, ma così facendo iniziano l’indottrinamento sin da bambini.

Gli abitanti di Pergolo invece hanno passioni artistiche come: la musica e la danza. Infatti, nel paese c’è un’importante banda, con molti ottoni, clarinetti e piatti. Inoltre si organizzano molte gare di ballo, utili anche per attirare le ragazze, poiché nel paese c’è un maggior numero di maschi scapoli.

Ogni volta che una pergolese è in dolce attesa, tutti sperano che sia femmina, ma di solito il nastro che poi compare sulla porta è celeste.

Gli abitanti di Roccabianca e Ponterosa non hanno gran considerazione dei loro vicini, poiché pur avendo cercato di attirarli tra le loro fila, hanno fallito, così ora li definiscono femminucce.

Quando ci sono i tornei dei Bianchi e dei Rosa, con le altre squadre del circondario, nei paesini c’è gran fermento. Nei rispettivi fan club, per Roccabianca nel locale dietro il comune, mentre per Ponterosa nell’oratorio, tutti sono impegnati a preparare striscioni e addobbi vari.

Quando poi arriva il momento del derby fra i Bianchi e i Rosa, l’incontro diventa un affare di stato.

Il sindaco di Roccabianca il signor Antonio avendo il figlio maggiore, Giuseppe come attaccante, organizza dei veri e propri raduni già dal lunedì precedente.

Tutti i tifosi, l’allenatore e il resto dello staff, appena terminano di lavorare, si riuniscono nel comune a discutere le strategie da adottare e il più delle volte si trattengono fin dopo cena.

Spesso le rispettive mogli si armano di pazienza e portano i viveri. Altre volte il bar pizzeria, che è sulla piazza, sforna pizze a più non posso.

A Ponterosa invece tutti i tifosi, lo staff compreso di allenatore e il sindaco, il signor Tito, che ha il figlio minore Cesare come difensore, con la benedizione di Don Carmelo, passano le serate nell’oratorio.

Quando è ora di cena invece di rincasare, mandano i figli più piccoli a racimolare da mangiare, sperando che le mogli gli abbiano preparato qualcosa, altrimenti due spaghetti in sagrestia non mancano mai.

Sì perché a Ponterosa anche il parroco è un accanito tifoso, infatti, quando i Rosa vincono, le campane della chiesa suonano a festa per più di un’ora.

Ovviamente questa situazione è mal tollerata dalle donne dei due paesi. Infatti, si definiscono vedove bianche. I loro uomini, mariti, figli, fidanzati, sono troppo impegnati nelle loro cose per essere presenti.

Le donne per risolvere la situazione hanno adottato varie strategie, usando tutte le loro armi, ma senza grandi risultati. Così dopo lunghi e furenti litigi, si è arrivati a un misero compromesso: una volta al mese i rispettivi uomini, forzatamente, restano a casa.

Assunta la fidanzata di Giuseppe e Rosalba quella di Cesare, insieme alle rispettive future suocere, Maria e Marisa sono le più snervate dalla situazione, così insieme alle altre donne, hanno deciso di architettare un bello scherzetto ai propri uomini.

Tutte le “vedove bianche” di Roccabianca e Ponterosa in gran segreto si sono riunite in terra neutra, ovvero a Pergolo e hanno concordato il tiro mancino da mettere in atto.

  • Assunta sei sicura che funzionerà?
  • Certo Maria, vedrai che finalmente saremo noi a divertici.
  • Non si accorgeranno di nulla?
  • No Rosalba stai sicura, vedrai che filerà tutto liscio.
  • Chi materialmente eseguirà il piano?
  • Ho pensato di tirare a sorte. Che ne dite? Siete tutte d’accordo?

Tutte le donne all’unisono con un coro di consensi suggellano il piano.

Arriva il tanto atteso giorno del derby, striscioni, volantini, fischietti e raganelle sono pronti.

Il sindaco di Ponterosa il signor Tito, prima di mandare i giocatori in campo, fa un piccolo discorso d’incoraggiamento:

  • Ragazzi, oggi è il giorno più importante dell’anno. E’ il giorno del derby. Fatemi essere fiero di tutta la squadra, mantenete alto l’onore dei Rosa.

Stessa cosa negli spogliatoi di Roccabianca, il sindaco, il signor Antonio:

  • Ragazzi dovete mettercela tutta. Fate vedere ai Rosa di che pasta sono fatti i Bianchi. Conto su di voi.

Il piccolo stadio è pieno, i giocatori sono schierati in campo, l’arbitro emette il fischio di inizio partita.

I primi passaggi, le prime finte, le prime parate e pian piano con lo svolgere della partita anche le prime cadute.

Tutto sembra filare come sempre, ma a poco a poco tutti i giocatori ad eccezione dei guardalinee e dell’arbitro, iniziano ad avere strani comportamenti.

Chi si gratta una gamba, chi un braccio, chi rallenta invece di continuare a inseguire il pallone per strani pruriti alla schiena.

I portieri non riescono più a parare, troppo intenti a strusciarsi ai pali della porta, come gli orsi alla corteccia degli alberi, per alleviare il pizzicore che li ha attaccati.

Dopo solo una mezz’ora di gioco tutti i giocatori sono pervasi da forte prurito e da evidenti chiazze rosse, su gambe e braccia.

Purtroppo la partita deve essere sospesa.

Tutti gli atleti velocemente si precipitano sotto le docce e solo così, riescono ad alleviare lo strano pizzicore che li ha assaliti.

I medici di entrambe le squadre, non riuscendo a capire la causa dello strano prurito, ordinano a tutti i calciatori una settimana di riposo e cure.

I due maghi invece per togliere la maledizione, cospargono il campo con degli strani intrugli puzzolenti.

Nel frattempo le donne soddisfatte del loro lavoro, se la ridono. Infatti, nottetempo, avevano abbondantemente cosparso tutto il campo con polvere urticante.

La questione però non si risolve, trascorsa la settimana di riposo, tutto torna come prima.

La faccenda deve essere risolta in modo definitivo, è impossibile che quasi tutti gli uomini di Roccabianca e Ponterosa siano rincitrulliti per il pallone?

Una sera Assunta da un ultimatum a Giuseppe:

  • Peppe, sono stanca di avere un fidanzato fantasma. Non ci sei mai.
  • Non è vero. Ci vediamo tutti i giorni.
  • Si certo, dieci minuti durante la pausa pranzo e se tutto procede per il meglio, un’ora la domenica dopo la doccia a fine partita. Non di più, perché dopo sei stanco e ti devi riposare.
  • Bè che ti lamenti, se lavorassi all’estero ci potremmo vedere solo una volta o due l’anno!

Stessa cosa in casa del sindaco di Ponterosa.

  • Ho due maschi in casa ma è come se non ci fossero. Mi accorgo che esistono solo perché devo lavare e stirare. Se mi occorre qualcosa, però, devo sempre sbrigarmela da sola.
  • Rosalba pensa che fortuna che hai, non ti stiamo tra i piedi e sei libera di organizzarti le giornate con le tue amiche.

Situazioni e risposte analoghe anche per le altre donne dei due paesi.

Intanto, è arrivata la primavera, la stagione della rinascita. Il tiepido sole riscalda tutto il creato, ogni yang ricerca il suo yin.

Per Roccabianca e Ponterosa l’arrivo della primavera significa soltanto stabilire gli incontri per il torneo estivo, invece a Pergolo si organizza la festa di benvenuto alla luna nuova.

Nelle tiepide sere primaverili, quando la vegetazione è un tripudio di odori e il cielo è punteggiato da nuove stelle, la dolce musica di Pergolo riecheggia fin ai bordi del bosco.

La primavera è la stagione dell’amore, dei sensi e gli esseri umani non sono insensibili alla legge della natura e neppure le “vedove bianche”.

Non ci dimentichiamo che l’uomo è un animale! L’unico cambiamento avvenuto nel corso dei millenni consiste nel fatto che l’essere umano ricerca l’accoppiamento non solo nel periodo di fecondità e non solo per perpetuare la specie.

Così mentre gli uomini di Roccabianca e Ponterosa sono, come sempre, assorti nel loro unico interesse, le donne dei due paesini, nubili e sposate, hanno deciso di cambiare vita.

Cullate dalle invitanti noti che si odono ai margini dei due ponti, hanno stabilito di lasciar fare il suo corso al richiamo della natura e di non voler più elemosinare dai propri uomini.

Il corso al richiamo della natura è stato intenso e impetuoso, tant’è che dopo nove mesi a Pergolo c’è stato un incremento demografico.

Ci sono state nuove nascite, nuovi matrimoni, nuove unioni e per fortuna questa volta l’augurio “speriamo che sia femmina”, si è avverato!

 

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4 commenti »

  1. Una carinissima ‘Lisistrata’ degli anni 50′ , una Lisistrata alla Don Camillo e Peppone! E poi mi fa ridere il fatto che mentre gli uomini ‘soffrono’ con le partite, le donne (sempre noi!) sanno prendersi la loro vendetta.Bravissima! . (Una piccola correzione magari su: Ying e note ..) ciao!

  2. Elvira,

    il tuo racconto è piacevole da morire, con un ottimo ritmo narrativo e dalla trama molto ben congegnata!

    Ironico ed esilarante, non solo mi ha ricordato il famigerato “Torneo dei Rioni” che ogni anno viene organizzato dalle mie parti (ti giuro che tutti impazziscono anche qui, proprio come da te descritto così accuratamente), ma mi ha portato alla mente la “consuetudine italiota della partita domenicale”, che, ahinoi, purtroppo affligge ancora gran parte della quota azzurra del Bel Paese.

    Beh, direi che questi giovanotti una punizione delle loro madamigelle se la meritano tutta!

    Complimenti.

  3. Elvira, veramente bello e divertente! La descrizione dei paesini nell’introduzione, poi pian piano la comparsa dell’eterno problema fra uomini e donne, passioni diverse, lamentele delle donne che si sentono abbandonate, umiliate. Qui il problema è il calcio, ma il tema avrebbe potuto essere diverso. Una situazione purtroppo frequente. Ma grazie all’ astuzia, all’intelligenza, alla solidarietà femminile, ecco che le donne si prendono la loro rivincita! Bello il finale!

  4. Molto divertente! Una commedia italiana che prende in giro con garbo ed eleganza. Anche a me ha ricordato lo spirito di Guareschi ma con in più il tocco speciale della sensibilità femminile 🙂

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