Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti nella Rete 2015 “La sposa triste” di Carolina Marangio

Categoria: Premio Racconti nella Rete 2015

Stava per arrivare. Lo aspettava con ansia.

Terzo appuntamento.

Che emozione!

Era incredibile. Beth lo sentiva, perfettamente. Era lui quello adatto a lei, era lui che lei cercava da una vita. Sarebbe stato lui quello che Beth avrebbe sposato? Sì, certamente, lui era quello giusto. Anche questo Beth lo sapeva. Se lo sentiva.

Danny lavorava in una gioielleria e quando, la settimana prima, Beth aveva accompagnato Fiona, sua sorella, a scegliere le fedi per il suo matrimonio, lui era spuntato da dietro la tendina blu che separava la bottega dal retrobottega ed era stato come ricevere un pugno in piena faccia. Quando poi le due ragazze stavano per uscire Danny fermò Beth con un timido “ehi”, lei si era girata e lui gli aveva chiesto di vedersi, così, a bere un caffè. E perché no? E quindi eccola, ad aspettare il suo principe azzurro. Che bella sensazione. Beth sapeva di meritare un po’ di felicità, finalmente. Tutti quei ragazzi che l’avevano scaricata nella sua vita, tutti quelli cui lei aveva dato il suo numero e poi non avevano richiamato per niente, lasciandola ad addormentarsi con la testa poggiata sul tavolino del telefono di casa, ad aspettare, tutti quelli che da piccola la prendevano in giro per l’apparecchio ai denti che le impediva di mangiare, tutti quelli che le dicevano che era troppo impulsiva o presuntuosa o egoista. Addirittura c’era chi l’aveva definita violenta. Pff. Violenta. Al massimo un po’ focosa e a tratti irrazionale, forse irascibile, ma non violenta. Adesso però c’era Danny. Sì, c’era. Per Beth Danny era già parte della sua vita, era già la sua vita. Tutta. L’aria che respirava, la sua ragione di vita: la mattina era per lui che si alzava e la notte era con il pensiero di lui che andava a letto. Non doveva pensare ai suoi ex, a tutti quelli che l’avevano scartata o umiliata, doveva pensare al futuro: doveva pensare solo al trucco, il vestito c’era, la prima bottiglia di merlot l’aveva già scolata, per darsi sicurezza, i capelli erano apposto e la prima porzione di cotone l’aveva già ingerita, non voleva ingrassare proprio ora che aveva trovato l’anima gemella e non voleva rischiare di puzzare di vomito davanti all’uomo della sua vita. Chissà quanti bambini avrebbero avuto! e senza dubbio Danny guadagnava molto con il lavoro che faceva, quindi lei poteva anche licenziarsi, ed essere tutta per lui. Prima di finire di truccarsi, per evitare di dimenticarlo, Beth andò nella sua camera e stese una tovaglia in seta blu sul tavolino sotto la finestra. Prese la candele rosa e azzurro, le posò sul tavolo lasciando dello spazio al centro e le accese. Prese un portafoto dal cassetto e gli inserì la foto di Danny che teneva tra i seni, senza scordare di dargli prima una spruzzatina di profumo. Poggiò la foto tra le candele accese e luminose avendo cura di non bruciarsi e la lasciò andare quando si accorse che aveva raggiunto l’equilibrio. Ecco. Adesso tutto era perfetto.

Mentre Beth controllava il merluzzo che aveva coperto di sale e infornato, suonarono alla porta.

Oddio! È già qui! Beth rise nervosa.

Prima di aprire il portone d’ingresso si guardò allo specchio sul comò del corridoio. Non si piaceva tantissimo, ma questo era il massimo che poteva raggiungere con la sua faccia. Una tirata qua e là, questo era quello le serviva. Ma non si poteva avere tutto. E poi tutto quello che voleva dalla vita lo aveva già ottenuto, un perfetto, meraviglioso, incredibile uomo che la amasse alla follia, quanto lei amava lui. Infatti, Danny era già alla porta e l’aspettava. Che emozione! Tiro un sospirò –il cotone l’appesantiva già– e aprì la porta.

Dio! Quanto è perfetto e meraviglioso e incredibile!

«Ciao!», Beth era al settimo cielo, «vieni dai, entra. Ho cucinato io stasera!»

«No, guarda. Vieni tu fuori. Devo parlarti». Oddio! Sicuro ha una sorpresa per me! Due passi e arriviamo in piazza e lì c’è tutta una folla di ballerini di tango o di salsa o di merengue, tutti vestiti di rosso e di nero. E lì in mezzo ad un cerchio danzante lui si inginocchierà e finalmente io sarò sua completamente e la mia vita avrà un senso.

Beth provò a mantenere la calma, sospirò ridendo eccitata e parlò. «Dimmi»

Beth notò che erano rimasti nel vicolo di fronte casa sua, anziché girare verso la piazza.

Ma come fa qui ad inginocchiarsi? È pieno di polvere e di sabbia e anche di piscio! Dai che lui è un uomo pieno di sorprese! Beth, tranquilla, cerca di non viaggiare con la mente, se indovini cosa sta per fare magari ti rovini la sorpresa.

«Io sono venuto perché mi sembrava scortese farlo per telefono», certo, chi ha visto mai un uomo che fa una proposta di matrimonio per telefono?, sarebbe stato originale però, «volevo dirti che sono stato davvero bene con te queste due settimane», oddio amore, abbiamo tutta la vita davanti a noi!, «ma credo che dovremmo chiuderla qui».

Oh mamma.

Beth non rispose e si girò tornando da dove erano venuti, sentiva che Danny era dietro di lei, che parlava, si scusava, chiedeva che lei rispondesse o reagisse, dicesse qualcosa. Lei rientrò in casa e lui rimase fuori, col portone aperto e il forno che suonava e fumava. Lei era immobile e lui pure, le chiedeva di parlare. Beth girò il volto verso lo specchio, si allungò sui tacchi e lo scollò dal muro, guardando la sua faccia senza volto e senza proporzioni giusto per un secondo. Lo sbatté per terra e lo specchio andò in frantumi, afferrò uno dei pezzi, quello più grande, e si voltò, mentre fissava il suo naso troppo spigoloso, i suoi occhi troppo castani che non dicevano proprio niente, la sua bocca dritta e normale.

«Non è un problema, davvero».

Il suo sguardo rimase fisso sulla sua faccia riflessa in quel pezzo di specchio.

E il suo sguardo è rimasto là anche quando Beth ha conficcato quel pezzo di vetro nel collo di Danny.

Oh Danny!

E Beth ha continuato a colpire, ripetutamente. E ancora. Più e più volte. Anche dopo che il corpo era caduto sulla polvere della strada.

Danny, eri perfetto e meraviglioso e incredibile.

Beth ha preso per un braccio il corpo di Danny –Oh Danny!– e lo ha trascinato per la strada fino al cassonetto, dove lo ha scaraventato. Poi è tornata a casa.

Eri così bello Danny, saremmo stati bene come marito e moglie, io non avrei neanche dovuto lavorare perché il tuo stipendio sarebbe andato bene per due, anche per tre o per quattro, o cinque. Sono sicura che guadagni tanto, Danny. Guadagnavi.

Beth entrò in casa e buttò il pesce bruciato nella spazzatura. La pasta oramai era colla e le patate le aveva tolte dalla padella troppo presto: erano crude.

Oh Danny. Anche il mio ex è morto, Brian. Quanto amavo Brian! Brian però è morto fulminato, nella mia vasca, dopo che mi ha detto che mi tradiva.

No aspetta, quello era Jeff. Brian è stato cibo per i cani randagi del quartiere per settimane, sì, dato che doveva partire per lavoro e non voleva che andassi con lui, diceva che sarei stata un peso.  

Sì, era Jeff. O forse Mark.

 

 

 

 

“And another one bites the dust,

oh why can I not conquer love?”

Elastic heart – Sia

 

 

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3 commenti »

  1. […] Premio Racconti nella Rete 2015 “La sposa triste” di Carolina Marangio. […]

  2. Ciao Carolina
    Bel racconto con un finale a sorpresa con il morto, o meglio, con i morti. Usi il tono confidenziale per narrare il desiderio d’amore di Beth e i momenti dell’innamoramento, poi ci mostri la rabbia folle di una donna “abbandonata” (sic), era era al terzo incontro, vittima di questo suo bisogno di essere al centro dell’amore. Beth è una serial killer.
    Brava
    Emanuele

  3. Carino, mi hai stupita. Mi piace la serial killer donna, un personaggio molto molto raro. Mi piace anche l’idea che tu l’abbia raccontato tutto dal punto di vista di Beth, che cerca la perfezione e si ritrova a distruggere tutti coloro che infrangono il suo sogno, sempre così a portata di mano.

    Mi piacerebbe che tu leggessi i miei due racconti in concorso.
    Arianna

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