Racconti nella Rete®

23° Premio letterario Racconti nella Rete 2023/2024

Premio Racconti per Corti 2013 “L’inciviltà” di Delio Colangelo

Categoria: Premio Racconti per Corti 2013

Guido è un ragazzo di 25 anni che viaggia su una sedia a rotelle. Una lunga coda e una barbetta incolta gli danno un’aria da fricchettone. Macina metri a gran velocità grazie a dorsali e a bicipiti notevolmente sviluppati.  Si ferma in prossimità del palo giallo che indica la fermata dell’autobus; si accende una sigaretta e sputa cerchi di fumo. Improvvisamente, vede da lontano arrivare una ragazza. E’ letteralmente un’apparizione. La ragazza  porta un vestitino leggero e un piercing sul labbro. Sul viso di Guido si accende un sorriso che sembra voler dire: “Santa estate”. La segue con lo sguardo sperando ardentemente che lei debba prendere l’autobus. E la fortuna sembra essere dalla sua parte. La ragazza, ipod nelle orecchie, si ferma vicino a lui. Guido respira profondamente e cerca di farsi coraggio per attaccare discorso. La guarda ma non è ricambiato. Vorrebbe dire qualcosa, ma quelle cuffie nelle orecchie non aiutano.

Arriva l’autobus. Persone scendono e salgono. Guido cerca di farsi notare dalla ragazza. Magari, con la scusa di farsi aiutare a salire, può riuscire ad attaccare discorso. Due ragazzi, però, lo sistemano nello spazio riservato ai disabili, attaccando la sedia a rotelle al gancio di sicurezza. Seccato da tanto “senso civico”, continua a guardare in direzione della ragazza cercando inutilmente di divincolarsi dal gancio metallico che veglia sulla sua incolumità. Improvvisamente, la ragazza scende dall’autobus. Guido si allarma e grida per farsi liberare. Riesce a uscire dal bus. Si guarda intorno ma non vede la ragazza. Teme di averla persa. Poi, finalmente, la scorge in fondo alla strada. Le due ruote volano sull’asfalto alla conquista della bella e misteriosa ragazza. Guido, dall’altra parte della strada, la raggiunge e la supera. Poi, attraversa e si posiziona in corrispondenza del marciapiede. Ancora una volta, cerca di utilizzare la propria condizione come pretesto per scambiare qualche parola con la ragazza; lei, però, lo sorpassa senza degnarlo di uno sguardo. Guido guarda il marciapiede e nota con rammarico che vi è una comodissima rampa per le carrozzine. Si chiede che fine abbia fatto la tipica inciviltà italiana.

Continua a seguirla. La ragazza sta entrando in una biblioteca comunale. Guido le va dietro, deciso a parlarle. La bibliotecaria lo blocca: per raggiungere la sala studio c’è un comodo ascensore e, una volta lì, anche un comodo banco senza sedia (ma piuttosto distante da quello della ragazza). Guido, dalla sua postazione,  riflette su come riuscire ad attaccare discorso. Si avvicina, facendo finta di consultare alcuni libri. Fa alcune prove per attaccare discorso ma, proprio quando sembra pronto, lei si alza e va in bagno. Sconsolato, torna al proprio tavolo. Dopo alcune ore passate nel torpore della noia, si rianima soltanto quando vede la ragazza raccogliere le sue cose e dirigersi verso l’uscita. Chiama a gran voce la bibliotecaria per far azionare l’ascensore.

Riparte all’inseguimento della ragazza. La raggiunge. Praticamente le è affianco e sembra finalmente deciso a parlarle. Ma, proprio in quel momento, un’auto di grossa cilindrata gli taglia la strada bloccando l’accesso alla rampa del marciapiede. Dall’auto viene fuori un signore sulla cinquantina, marca tamarroide, modello peter pan. Ignora completamente Guido. La ragazza, però, notando la scena, è tornata indietro infervorandosi contro il signore. Si offre di aiutarlo. Guido riesce finalmente a sapere il suo nome: Marta. I due si allontanano insieme. Guido, girando la testa verso il signore e senza farsi vedere da Marta, gli lancia dei baci pieni di riconoscenza. Il signore osserva quella manifestazione di affetto con disgusto ed entra nel bar scuotendo la testa.

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3 commenti »

  1. Bel racconto: originale, misurato, ironico. Complimenti!
    Andrea

  2. …oltre le barriere architettoniche, credo che l’ostacolo più grande da affrontare tutti i giorni sia quello dell’inciviltà.
    Bel racconto! 😉

  3. amaso e valentina, vi ringrazio molto per i commenti

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